La generosità consiste meno nel dare molto che nel dare a proposito.
– Jean de La Bruyère
I colleghi sanno che sei una persona generosa e affidabile. Anche i tuoi familiari sanno che possono contare su di te. Gli amici trovano sempre in te una spalla su cui piangere e a cui appoggiarsi. Sei efficiente, disponibile e comprensivo, disposto a scendere a compromessi per venire incontro alle esigenze di tutti. Per questo le persone ti vogliono bene! …O no?
A volte, se dobbiamo essere del tutto sinceri, un po’ il dubbio ti viene: cominci a notare che ti cercano solo se hanno bisogno di qualcosa, che quando non puoi proprio fare il favore che ti chiedono se la prendono come se avessi fatto loro un torto personale, che ti danno per scontato quando servi, ma se c’è da divertirsi o se hai tu bisogno di una mano hanno sempre altro da fare… E allora che fai? Ci rimani male, cominci a chiederti se davvero qualcuno ti vuole bene per ciò che sei o se ti usano e basta. Però non dici nulla, magari ti allontani un po’ nella speranza che qualcuno ti venga a cercare, ma non sempre questo accade, e allora accade che provi un certo risentimento, e finisci per rinfacciare i favori che hai fatto, atteggiamento che effettivamente ti allontana dagli altri.
Com’è possibile? Forse sei davvero poco amabile, nonostante ti sacrifichi tanto per gli altri? Forse sei circondato da persone senza cuore? Forse la verità non è l’una né l’altra, e nemmeno nella via di mezzo. Il fatto è che la psicologia sociale ha svelato che spesso chi fa dei favori si affeziona all’altro più di quanto si affezioni la persona che li riceve. Come mai?
Il paradosso del generoso è questo: per fare un piacere devi attivarti, metterci impegno, pensiero, energia, tempo, convinzione: in poche parole, investi molto sull’altro. E chi riceve? A volte prova la giusta gratitudine, ma a lungo andare potrebbe pensare che se tu lo fai sempre è perché a te non importa, ti è indifferente, non hai di meglio da fare.
Come fare a evitare questo paradosso? Il primo passo è accorgersi se:
- Dai sistematicamente ai bisogni degli altri la precedenza sui tuoi: rinunci ai tuoi progetti, posticipi ciò che ti interessa con l’idea che in fondo a te stesso puoi pensare un’altra volta;
- Chiedi scusa molto spesso, anche quando non hai fatto nulla di male;
- Ti senti amabile solo se tutti ti amano: una parte di te sa che non si può piacere a tutti, ma farsene una ragione è difficile, e ci provi comunque;
- Eviti qualunque forma di conflitto, compresa una semplice divergenza di opinioni, per cui anche se sei in disaccordo con ciò che viene detto raramente ti esponi, per paura di essere giudicato male.
OK: tutti e quattro i segni presenti. Che fare, quindi? Se vuoi scoprire come uscire dal paradosso senza soccombere sotto il suo peso, e senza cadere nel suo opposto, ecco cinque piccoli spunti di riflessione per te: